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I "Soli di Bernardino"

Il Museo Diocesano di Arte Sacra di Feltre ha ospitato venerdì 8 aprile la presentazione del volume “IHS – i Soli di Bernardino”, edito da Famiglia Feltrina nella collana “Studi e Ricerche”.

La pubblicazione, realizzata da Tiziana Conte a seguito di un’attenta opera di ricerca storica e  iconografica, sarà presentata da Matteo Melchiorre.
“L’obiettivo dello studio, racconta l’autrice, è stato quello di esplorare la devozione popolare al santo Nome, che, al termine delle prediche, veniva ostentato ai fedeli, ma anche recuperare le tracce iconografiche di tale culto e distinguere il “soli” bellunesi riferibili a san Bernardino da quelli del beato Bernardino da Feltre.

Alcuni cenni storici

Si tratta di un culto che ha origini molto antiche.

Nel 1423 san Bernardino da Siena predica a Belluno e diffonde anche in questo territorio il culto del Nome di Gesù. Al termine di ogni predica, il santo era solito
mostrare una tavoletta con il trigramma IHS inscritto in un sole raggiante e consegnare ai fedeli dei cartigli recanti la sacra iscrizione, quali reliquie miracolose
da conservare devotamente, in grado di proteggere e di sanare ogni infermità fisica e spirituale.
Il simbolo diviene così universale oggetto di  venerazione, portato in processione, raffigurato su suppellettili di uso quotidiano, dipinto o scolpito sulle facciate delle abitazioni.
Dopo la morte del santo senese, molti discepoli ne raccolgono l’eredità e tra questi fra Martino da Tomo, che assumerà non a caso il nome di Bernardino da Feltre e che diverrà fervente paladino del culto al Nome di Gesù, promuovendolo nell’incessante attività di predicazione ed esortando i fedeli a scolpirlo e dipingerlo nelle proprie case.

Lo studio

Proprio da queste premesse nasce lo studio “I soli di Bernardino”, che si propone di ripercorrere le tracce iconografiche del Nome di Gesù nel territorio feltrino,
all’indomani dell’ultima visita in città del Beato, nel 1492, e fino alla metà del Cinquecento.
La ricerca ha individuato una decina di rilievi lapidei e altrettanti dipinti, molti dei quali inediti,  inalizzandone genesi, contesto, tecniche esecutive, affinità stilistiche.
L’itinerario bernardiniano prende avvio dal grande sole scolpito di porta Pusterla risalente al 1494 e - attraverso il Duomo, il museo civico, il palazzo vescovile e diverse abitazioni private della città e dei dintorni - si conclude cronologicamente a palazzo Tomitano, con il sole dipinto nel 1556.

Il volume, già distribuito ai soci di Famiglia Feltrina e agli abbonati alla Rivista Feltrina, è stato dedicato alla memoria del professor Leonisio Doglioni, che fu - tra l’altro - presidente del sodalizio feltrino e che durante le sue passeggiava amava ammirare e meditare di fronte a questo antico simbolo della fede cristiana.